La Palude del Capitano

Nardò (Le) – La “Palude del Capitano” alle prime luci dell’alba – Foto copertina di Luciano Greco – Video di Mauro Longo

“Acqua proveniente dal mare ed acqua di falda freatica. Lo specchio de La Palude del Capitano, nella marina Sant’Isidoro di Nardò, accoglie correnti calde e fredde di linfa dolce e salata. Identificata all’interno del Parco Naturale Regionale Porto Selvaggio, nel territorio denominato Terra d’Arneo, la Palude del Capitano sgorga dallo sfrondamento superiore della volta di un’antica caverna, ovvero da una “spunnulata” (sprofondata): una realtà geologica endemica di questo tratto di costa jonica, tipica dei terreni carsici e nota con il nome di doline. 
Con i suoi 516 ha d’estensione ed i ca 268 ha di superficie rimboschita, il Bosco della Palude del Capitano presenta un aspetto paesaggistico molto variegato. Elevata è la sua valenza ambientale. Insolite le sue emergenze vegetali e geomorfologiche. Fiabesca e surreale la sua denominazione. Leggenda narra che un marinaio, stanco della vita di mare, costruì una casetta diroccata lungo le sponde del lago, conosciuta oggi come la Casa del Capitano. Il dondolio dei flutti continui di quella piccola conca d’acqua, facevano da culla al “buon vecchio capitano” donandogli una vita sana e rilassante. La pace e la natura, oggi come allora, qui regnano sovrane, alleggeriscono lo spirito e ritemprano il corpo; mentre radure dal sottobosco vario e rigoglioso, infoltite da essenze come il pino d’aleppo, il pino marittimo, il pino domestico, i cipressi e le tamerici rivelano un climax stabile e mite. Graminacee e piante annuali danno vita a percorsi substeppici e habitat di scogliere pseudo-steppici; il raro vilucchio lineato germoglia pratelli tipici della macchia mediterranea con la presenza di fitti popolamenti di salicornia e limonio endemico salentino. Compaiono anche formazioni di gariga e microfille come le phrygane endemiche, la campanula pugliese, il lentisco, il mirto, l’ofride fior di vespa. Qualche presenza anche del rarissimo spinaporci, specie della lista rossa nazionale. Alcontempo diverse orchidacee protette dalla convenzione CITES come l’ophrys bombyliflora, l’apulica danesch, l’orchis papiloniacea e la serapias lingua e parviflora. L’incontaminato panorama continua a catturare lo sguardo con specie di flora insolita ed inconsueta nel resto d’Italia, nonchè con saltuarie varietà vegetali come la sarcopoterium spinosum.”

(Fonte: http://www.salentomonamour.com)

4 pensieri su “La Palude del Capitano

  1. Caro Mauro, sono veramente entusiasta dell’eccellente video che hai prodotto. Straordinariamente realistico e bello, anche nella colonna sonora, azzeccatissima! Felice di aver vissuto quei momenti dal vivo e rivissuti ora sul web addirittura amplificati. Grande! Complimenti. Luciano

    • Grazie di cuore per le tue meravigliose parole caro Luciano 🙂 Grazie a te per avermi fatto apprezzare l’alba con la sua impareggiabile atmosfera e i suoi colori unici 🙂 Felicissimo anch’io per aver vissuto insieme a te questi meravigliosi momenti 🙂 un abbraccio

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