LA RIPARTENZA DOPO IL COVID – Le misure della Regione Puglia per economia, professionisti e turismo

Galatone (Le) – 4 giugno 2020 – LA RIPARTENZA DOPO IL COVID – Le misure della Regione Puglia per economia, professionisti e turismoCosimo Vetere (Segretari PD Galatone) ne parla con Loredana Capone (Assessore al turismo e alla cultura, Regione Puglia).

Il Sindaco risponde – 10 maggio 2020

Galatone (Le) – 10 maggio 2020 – Il Sindaco Flavio Filoni risponde in diretta dal Comune di Galatone in merito alla fase 2 dell’Emergenza Coronavirus – Ospiti della diretta Antonio Bentivenga (Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confartigianato Lecce), Maristella Dell’Anna (Presidente UCG), Angela Simone (Presidente AssoImprese Zona Industriale Galatone/Nardò), Roberto Papa (Presidente Casa Ambulanti Salento) e Rossella Filoni (Componente CdA ASI Lecce).

Il Sindaco risponde – 3 maggio 2020

Galatone (Le) – 3 maggio 2020 – Il Sindaco Flavio Filoni risponde in diretta dal Comune di Galatone in merito al’Emergenza Coronavirus – Ospiti della diretta Biagio Gatto (Assessore ai Lavori Pubblici), S. EM. Cardinale Fernando Filoni (Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Prefetto Emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli) e Luigi Greco (Presidente del Comitato Festa del SS. Crocifisso)

Il Sindaco risponde – 26 aprile 2020

Galatone (Le) – 26 aprile 2020 – Il Sindaco Flavio Filoni risponde in diretta dal Comune di Galatone in merito al’Emergenza Coronavirus – Ospiti della diretta Annarita Zuccalà (Assessore alla Pubblica Istruzione), Chiara Vainiglia (Presidente del Consiglio Comunale), Emanuele Gatto (Presidente FIDAS Leccese), dr. Oronzo Borgia (Direttore del Distretto Socio – Sanitario di Nardò) e il prof. Pierluigi Lopalco (epidemiologo – consulente della task force della Regione Puglia per il contrasto alla diffusione del Coronavirus).

Nonni e nipotini

“La Postilla” n. 217 di Enrico Longo, editoriale di sabato 25 aprile 2020 dal titolo Nonni e nipotini” – Video di Mauro Longo

 

LA POSTILLA N. 217

Nonni e nipotini

Sono in evidente fibrillazione i nonni. E lo sono certamente anch’io, che sono nonno a tempo pieno e a tutto campo. Le mie nipotine mi mancano, fisicamente almeno, perché nei pensieri sono sempre e costantemente al primo posto. Siamo, dunque, in crisi. Io qui ne scrivo e ne scrivono in tanti, sulle pagine dei social e nei commenti.

I nonni soffrono tanto per la lontananza dai nipotini e lo vanno gridando, forse sperando che la loro voce giunga lontano e contribuisca a ridurre i tempi del ritorno alla normalità.

In tanti si rivolgono a me perché ne dica qualcosa, uno è giunto addirittura a inviarmi una poesia, tra l’altro temendo di sottrarmi tempo e scusandosi per il disturbo, senza pensare che invece la lettura di quei versi, profondi nella loro semplicità, mi tornavano gradevoli e rasserenanti.

Ma non sono soltanto i nonni a sentire un senso di vuoto e di mancanza.

Eguali sensazioni avvertono i nipotini che nei rari momenti in cui è possibile vederli, da lontano e per pochi attimi, appaiono confusi, timidi, incerti o, all’opposto, si lasciano andare a manifestazioni di gioia esagerata e incontrollata. Manifestazioni che solo in apparenza possono apparire di segno opposto, ma che invece tradiscono lo stesso malessere e l’evidente bisogno di rivivere le felici esperienze di qualche mese fa.

Vivono un certo disagio i bambini, che si son visti privati da un giorno all’altro di aspetti fondamentali della loro esperienza di vita.

Hanno visto svanire i giochi con i cuginetti, i compagni di scuola, le maestre, le visite dei parenti e degli amici.

E soprattutto sono stati privati della presenza dei nonni, di quei momenti unici e pienamente appaganti, che solo la loro presenza sa dare. Non ho alcun dubbio nel dire che l’interruzione del rapporto nonni-nipotini rappresenti un problema di non secondaria importanza, una deprivazione affettiva che solo in parte può essere superata dall’intensificarsi della presenza dei genitori, soprattutto se i tempi dovessero di molto allungarsi.

Fondamentale e insostituibile la presenza dei genitori, le prime figure educative, i punti di riferimento fondamentali per i bambini nel processo di crescita e nello sviluppo delle varie dimensioni: affettive, emotive, intellettuali, morali. Dai genitori i bambini ricevono gli indirizzi e le regole nei vari campi dell’esperienza. L’azione educativa dei genitori, infatti, segue un percorso intenzionale e sistematico nella costruzione della persona.

Il rapporto coi nonni, fondamentalmente affettivo, è, al contrario, totalizzante, assoluto, senza regole. Il nonno asseconda qualunque desiderio, si assoggetta a ogni richiesta. Senza limiti né programmi, a breve o a lungo termine.

È troppo prezioso il tempo a disposizione, che è sempre ridotto, contenuto e che va sfruttato al meglio. Un rapporto denso, concentrato, non so come dire, che va consumato nel breve tempo cercando di non perdere nulla del possibile.

Il nipotino ti può saltare tra le ginocchia, scompigliarti i capelli, colorarti il viso, mettere a soqquadro la casa, rivoluzionare l’ordine delle cose, saltare sul letto, danzare sulla poltrona.…. Tutto è lecito e nulla è vietato.

Nelle festose ricorrenze nonni e nipotini fanno parte a sé, si perdono nei loro programmi, incuranti di tutto e di tutti. Anche degli sguardi preoccupati e severi dei genitori, che temono per l’incolumità del nonno e soprattutto per le evidenti trasgressioni alle regole pazientemente inculcate. Ma i bambini non ascoltano e il nonno, che spesso non si accosta neppure ai piatti, finge di non vedere: si perde nella beatitudine di quei momenti, tanto intensi e tanto attesi.

Un rapporto senza regole quello tra nonni e nipotini e quindi antieducativo? Un rapporto che crea ostacoli a quello regolare e regolato dei genitori?

Assolutamente no. Direi che invece è un rapporto importante e necessario per una esperienza educativa completa. Un rapporto diverso ma che si integra con quello dei genitori e del quale i bambini hanno immenso bisogno.

Essi debbono crescere certamente secondo un regolare processo nel senso dell’autonomia, del rispetto delle regole, della conoscenza, della socialità, della moralità. E in tale percorso i genitori sono gli attori principali, prima da soli poi in integrazione con la scuola. Ma i bambini hanno, di tanto in tanto, la necessità di un rapporto senza vincolo alcuno, di dar libero sfogo alla naturale esplosività, di sentirsi al centro delle attenzioni, di recuperare libertà e pienezza. Un’evasione, un momento di sfrenatezza, di gioia piena, di anarchia se vogliamo, che la pazienza e l’amore dei nonni sanno loro consentire.

È come recuperare la piena natura di bambino, la gioia più sfrenata e completa, che li rende più carichi e disponibili per la normale vita di ogni giorno, dove sarà necessario coniugare libertà e rispetto delle regole, gioco e impegno. È un bisogno, questo, profondamente avvertito dai bambini e per loro tanto utile e prezioso.

Ecco, è questo che sta mancando oggi ai nostri nipotini, eroi inconsapevoli della situazione: sta mancando la normale consuetudine con i nonni. Sappiano i genitori sopperire al meglio ai loro bisogni, nella speranza che tale triste situazione possa al più presto finire e che si possa finalmente tornare alla salutare normalità.

Enrico Longo

La Postilla al tempo del virus

“La Postilla” n. 216 di Enrico Longo, editoriale di martedì 21 aprile 2020 dal titolo “La Postilla al tempo del virus”– Video di Mauro Longo

 

     LA POSTILLA n. 216

      La Postilla al tempo del virus

 

Noi della Postilla abbiamo sospeso la felice rubrica “Io e La Città”, abbiamo messo in quarantena il previsto palinsesto, ogni sortita sul territorio.

È necessario rispettare le regole, restare a casa, uscire solo nei casi previsti, tenersi a distanza. Assolvere al principale dovere che è quello di combattere la diffusione del virus e di salvaguardare la propria e l’altrui salute.

L’attenzione è tutta sull’andamento epidemiologico della pandemia, nella speranza di sentire, prima o poi, note liete e rassicuranti. Gli indicatori sono sempre quelli: il numero dei nuovi contagi, quello dei decessi, dei guariti, dei posti che si vanno liberando nelle terapie intensive.

Ma noi de La Postilla non siamo andati certamente in vacanza, non possiamo rimanere fermi mettendo in quarantena la mission e la funzione sociale che è la principale nostra motivazione all’agire. Non dimentichiamo di fare la nostra parte a favore della cittadinanza: in questo siamo accanto all’amministrazione comunale, come megafono informativo, e accanto ai parroci perché non venga a mancare alle nostre nonne e alle tante persone devote il conforto di poter seguire, come nei tempi sereni, le celebrazioni delle messe e delle altre cerimonie religiose.

Insomma ci siamo, restiamo in prima linea, assolviamo al nostro compito senza alcuna ambizione di essere inseriti tra gli eroi di questa tristissima congiuntura.

Gli eroi, oggi, sono altro genere di persone e di operatori sociali. Sono i medici,  gli infermieri, i volontari della protezione civile, quanti lavorano a stretto contatto con i malati, non facendo loro mancare né le cure fisiche né quelle psicologiche.

Sono le migliaia di operatori sanitari, pronti a rispondere, da ogni parte del paese, alle chiamate dei primari e dei governatori delle località in emergenza, incuranti dei gravi rischi cui vanno ad esporsi.

E attori protagonisti sono gli scienziati e gli specialisti, ai quali ogni giorno si guarda per cercare di carpire qualche buona notizia, di cogliere uno spiraglio di luce, una plausibile data per il ritorno a una più accettabile condizione di vita.

Si pende dalle loro labbra e si rimane attaccati ai loro non sempre convergenti pareri. Fase due o ancora fase uno? Si allenta il lockdown o lo si lascia definitivamente? Nulla può ancora cambiare? E per quanto tempo ancora?

Ma le risposte a queste sofferte domande spesso non vengono o non suonano chiare; da parte di chi deve giudicare ci si trincera spesso nell’incertezza e nel dubbio, tra il detto e il non detto. Prudenza, insomma, comprensibile sì, ma al contempo esasperante.  A volte si resta interdetti dinanzi a pareri diametralmente opposti, specialmente tra specialisti di settori diversi e questo sinceramente disturba e destabilizza.

Mi è capitato l’altro giorno di sentire valutazioni del tutto contrastanti tra alcuni virologi e un immunologo. I primi inducevano allo sconforto enfatizzando la potenza del virus e la sua particolare contagiosità, anche in presenza di dati che apparivano in tutta evidenza confortanti; l’altro sottolineava con convinzione la grande resilienza del sistema immunitario, laddove naturalmente non fosse compromesso da qualche grave patologia. I primi si mostravano sicuri nel dichiarare che con il coronavirus dovremo necessariamente imparare a conviverci, perché resterà a lungo tra noi e con altrettanta sicurezza andavano profetizzando la ricomparsa dell’epidemia nel prossimo autunno; l’altro a mostrare eguale sicurezza nell’affermare che il coronavirus, per sua natura, quasi per definizione, tende a perdere via via l’iniziale forza di colpire e contagiare per andarsi a rinchiudere in nicchia prima di scomparire del tutto.

Come dire che nell’un caso o nell’altro ci sarebbe stato da festeggiare a champagne o a guadagnare la prima finestra disponibile.

Rassicurante la situazione nel nostro comune, soltanto sfiorato dall’epidemia. E questo certamente per una serie di fortunate circostanze, ma soprattutto per la virtuosa sinergia stabilitasi al suo interno tra amministratori, associazioni, cittadini tutti. Ciascuno dall’incipit del quotidiano messaggio del sindaco, “anche in data odierna NON si sono registrati…” ha tratto coraggio e ulteriore forza per assolvere con sempre maggior scrupolo ai propri doveri.

Con qualche piccola eccezione, se vogliamo inevitabile, abbiamo fatto tutti la nostra parte. Importante l’operato del sindaco, per l’operatività a tempo pieno e per il capillare sistema di informazione;  altrettanto l’impegno dell’assessorato alle politiche sociali a favore delle fasce più deboli della popolazione; pronta e generosa la risposta della cittadinanza.

Quanto mai opportuna, infine, la tregua nella lotta politica che sembra di poter cogliere da qualche tempo a questa parte. Non si registrano particolari polemiche, né attacchi espliciti. Nell’austerità del silenzio sembra quasi che si sia stabilito un tacito armistizio in vista dei giorni in cui, doverosamente, tornerà la politica con tutta la sua carica di polemiche e di contrapposizioni.

Debbo dire che fa un certo effetto quest’aria di pace, la strana assenza di attacchi e di risposte, di punzecchiature e demolizioni.

Polemiche inopportune, inutili, forse anche controproducenti. in un momento in cui sono fondamentali le ragioni dell’unità, della concordia e dell’impegno comune.

In campo nazionale invece ogni armistizio è vietato, ogni tregua sa di tradimento. Non ci si rassegna a dimenticare per un momento gli interessi  di bottega. Guai a dare ragione a chi governa, assurdo condividere e rinunciare ad opporsi: si rischia di andare contro i propri interessi. Criticare si deve, ad ogni costo, smontare, negare, distruggere. Insomma si fa politica come sempre, si pensa al dopo, non si rinuncia ai propri interessi di parte, anche a rischio di mettere in gioco il superiore interesse della nazione.

La fa da padrone tra i partiti politici il più assoluto benaltrismo, dove, imperativo categorico, resta l’affermazione apodittica e convinta che “si doveva fare altro”.

Facile criticare, difficile proporre, impossibile condividere.

“In questo drammatico momento i responsabili politici cerchino il bene del Paese e non il proprio”, ammonisce papa Francesco, ma queste parole non trovano orecchie disposte ad ascoltarle.

Per fortuna, come dicevo, nella nostra cittadina tutto questo non è. Salvo smentite, naturalmente.

Non aggiungo altro, lascio dunque il campo alle notizie che mi auguro sempre più rassicuranti, mentre anticipo che mi riprometto di toccare argomenti dei quali troppo poco si parla e che invece mi sembrano di primaria importanza.

La pandemia ha portato una serie di difficoltà e problemi alle scuole di ogni ordine e grado che si sono viste costrette a ricercare modalità affatto inconsuete ma utili per non interrompere il dialogo formativo con gli alunni. Docenti, dirigenti e le stesse famiglie hanno prontamente risposto alle necessità dando fondo a tutte le doti di intelligenza, di creatività e di solidarietà empatica.

La pandemia sta mettendo a dura prova la fragile psicologia dei bambini che si son visti improvvisamente rivoluzionata l’esistenza. Lontani dai nonni, dai cuginetti, dalle figure parentali, dai giochi, dagli amici, dai compagni di scuola. Della scuola e dei bambini non posso fare a meno di parlare. Lo farò nelle prossime puntate. Si tratta di questioni di grande importanza; l’una e l’altra mi stanno particolarmente a cuore come, certamente, lo sono a tutti voi.

Enrico Longo