Il giudizio di Sgarbi su Gabriella Legno

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 Il giudizio di Sgarbi su Gabriella Legno

 Avevamo dato con gioia la notizia della presenza nell’Annuario d’Arte di Vittorio Sgarbi della pittrice salentina Gabriella Legno e della sua partecipazione, con l’opera “Chiave Tonale Oro-Rubino”, alla mostra “Porto Franco “ che si sarebbe tenuta a Palermo nei giorni seguenti con la partecipazione di tutti gli artisti prescelti.

Una notizia entusiasmante ma attesa, dato lo spessore dell’artista, ormai nota anche al di fuori dei confini nazionali e continentali.

Se Pankiewicz, il presidente del movimento “Valori e Rinovamento”, del quale l’artista è socia della prima ora, la definiva “Grande Poetessa dei Colori dello Spirito”, volendo evidentemente sottolineare la finezza del tratto e la densità del coinvolgimento emotivo che i suoi quadri provocano; “Ambasciatrice Artistica Salentina in Italia e nel Mondo” fu il mio giudizio più immediato, per la consapevolezza di trovarmi di fronte a un’artista di un livello certamente fuori dal comune.

Oggi, comunque, le intuizioni e le previsioni sono pienamente confermate. Il giudizio di Sgarbi rappresenta la consacrazione definitiva nell’Olimpo dei grandi dell’arte contemporanea. La Postilla è lieta di pubblicare il testo integrale della recensione di Sgarbi

Gabriella LEGNO

Due anime complementari, separabili, ma meno lontane di quanto le meccaniche, spesso sterili distinzioni fra astratto e figurativo possano far credere, convivono nella pittura di Gabriella Legno, artista salentina che ricordo di avere incrociato nel corso di qualche mia incursione nei luoghi a lei cari, e parallelamente anche attivista di un movimento politico- culturale locale, di respiro umanista. Una di queste anime, quella che con eccesso di inerzia mentale si definirebbe figurativa, mantiene in realtà il contatto con il terreno a portata di mano dell’artista, che non è, per quanto possa far parte del suo quotidiano ordinario, un terreno qualsiasi. È il campo, fisico e spirituale, del Barocco leccese, idolatrato attraverso la rappresentazione di alcune delle sue architetture più seducenti, ma non certo per ottenerne delle cartoline turistiche. Il Barocco, l’architettura, Lecce tutta, nello splendore del suo centro storico, sono il presupposto, la piattaforma da cui spiccare il volo alla ricerca della dimensione “oltre il visibile”, per dirla con le parole della Legno, che quel prodigio in terra ha generato, promettendo di poterne continuare a generare anche altri, in qualunque tempo, presso qualunque gente, se solo la si sapesse accondiscendere. Così la chiesa delle Alcantarine, perfettamente riconoscibile grazie alla dimestichezza della Legno con le regole del buon disegno, si proietta come un missile verso un cielo profondo e mostoso come un oceano, snellita lateralmente come se avesse perso gli stadi, proprio come un vero vettore astronautico. Ancora meglio farebbe San Matteo, la cui facciata, con quel suo aspetto sfaccettato e affusolato, potrebbe anche assomigliare a un’astronave pionieristica, o meglio, a una cosmonave (i sovietici preferivano chiamarle in questo modo), se non a un razzo dei fumetti di Flash Gordon; e infatti, non manca di slanciarsi verso un orizzonte di fuoco d’artificio, ancora più intrigante del cielo d’oceano, anche se in una diversa versione della stessa Legno, zavorrata dall’edificio che lo precede e da vortici di venti lunari, San Matteo sembra compiere un percorso inverso, trasformato imprevedibilmente in un batiscafo picardiano destinato a scandagliare chissà quali abissi sconosciuti, in fondo uguali e contrari ai cieli d’oceano e gli orizzonti di fuoco d’artificio dei quali si è appena detto. Questa intenzione di idolatrare il monumento rifiutando l’adorazione passiva, rappresentandolo non per sacralizzarne l’immagine, ma per vedere oltre da essa, mi fa ricordare l’atteggiamento con cui Robert Delaunay, fra il 1909 e il 1911, si è confrontato con la Tour Eiffel, oltraggiandone l’immagine canonica – ora destrutturandola come in un’esplosione, ora rimontandola come fosse un’improbabile Torre di Babele – per cavare da essa qualcosa che andasse al di là dell’oggetto fisico, un archetipo della spiritualità moderna pienamente partecipe di una nuova dimensione intellettuale, ancora tutta in divenire e in attesa di una definizione chiarificatrice, ma innegabile nella sua dirompente forza rinnovatrice, come una piena inarrestabile. È, quello delle variazioni sul tema delle Tour Eiffel, un Delaunay cubista, ancora analitico nella sua smania disintegratrice, ma che già annuncia una fase diversa, l’Orfismo, originale rispetto alla strada maestra indicata da Picasso e Braque: sviluppando in qualche modo la lezione del pointillisme, Delaunay cerca nelle libere composizioni della forma-colore, emancipate da qualunque intento rappresentativo, la possibilità di proiettare il proprio io in un’aura mistica in cui stimolazione estetica e sensazione percettiva, esperienza e meditazione, arte e vita diventano una sola, unica, eccitante esperienza, all’insegna del élan bergsoniano più scolastico. Eccolo, Delaunay con la moglie Sonia, elaborare, fra il ’12 e il ’13, il ciclo delle “Forme circolari”, la risposta astrattista in salsa transalpina al primato russo-tedesco sancito da Kandinskij, per poi tornare, a guerra in corso, a lambire le rive della figurazione. Non mi sarei dilungato, su Delaunay, se non vedessi (Neo)-Orfismo, echi post-divisionisti, misticismo, musiche di colori e forme circolari anche nelle opere astratte della Legno, quelle che, preso il volo dalla terra, dalla sua Lecce, sorvolano l’orbita dell’immateriale, immerse in una visione perpetua che aspira a contemplare, forse, il mistero ultimo, l’idea platonica nel suo stato puramente metafisico. E il viaggio, al centro dell’universo dentro la nostra mente, immensamente più grande di quello reale, diventa senza fine.

Vittorio Sgarbi

Gabriella Legno prescelta nell’Annuario d’Arte di Vittorio Sgarbi

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Gabriella Legno prescelta nell'Annuario d'Arte di Vittorio Sgarbi

Lecce 25 giugno 2014.

LA PITTRICE LECCESE GABRIELLA LEGNO INSERITA DA VITTORIO SGARBI, CON UN’ACCURATA RECENSIONE, NEL SUO ANNUARIO DI ARTE CONTEMPORANEA INSIEME A UNA RISTRETTA CERCHIA DI ARTISTI ITALIANI. PARTECIPERA’ IL PROSSIMO 2 LUGLIO A PALERMO ALLA PRESENTAZIONE UFFICIALE DELLA PRESTIGIOSA OPERA E ALLA MOSTRA IN ONORE DEGLI ARTISTI PUBBLICATI SUL VOLUME CON IL SUO DIPINTO “Chiave Tonale Oro-Rubino”.
La mostra “PORTO FRANCO” a cura di Vittorio Sgarbi, in onore degli artisti pubblicati nell’Annuario, sarà fruibile da sabato 28 giugno a sabato 5 luglio (Palermo, Villa Castelnuovo, Viale del Fante 66 – 10/13 e 14/18, ingresso libero, info 3273682249)
Ennesimo significativo e prestigioso riconoscimento per la pittrice leccese Gabriella Legno, prescelta dal più noto critico e storico d’arte italiano, prof. Vittorio Sgarbi, ed inserita nel suo Annuario d’Arte – Artisti Porto Franco con una sua lusinghiera, lunga ed accurata recensione critica.
L’artista salentina sarà presente con l’opera “Chiave Tonale Oro-Rubino” alla specifica mostra in onore della ristretta cerchia degli artisti prescelti e pubblicati nel volume, che sarà inaugurata il prossimo 2 luglio (la mostra sarà fruibile dal 28 giugno al 5 luglio 2014), alle ore 18, a Palermo, nella prestigiosa location di Villa Castelnuovo dallo stesso Sgarbi, in occasione della presentazione ufficiale alla stampa del suo annuario di arte contemporanea. Inoltre, Gabriella Legno sarà presente con dieci opere nel grande portale internet curato da Vittorio Sgarbi Bebopart.com. nella home page e nella sezione speciale “Artisti Vittorio Sgarbi”.
Ormai da tempo, Gabriella Legno, http://www.gabriellalegno.it , viene costantemente invitata a partecipare ad importanti mostre personali e collettive nazionali ed internazionali, ottenendo numerosi ed importanti premi, nomine accademiche e significativi e prestigiosi riconoscimenti e consensi da parte dei critici d’arte e degli esperti del settore.
Il lungo testo critico di Vittorio Sgarbi su Gabriella Legno si conclude paragonando l’artista leccese al grande pittore francese Robert Delaunay (Parigi, 12 aprile 1885 – Montpellier, 25 ottobre 1941) : “ Eccolo, Delaunay con la moglie Sonia, elaborare, fra il ’12 e il ’13, il ciclo delle ‘Forme circolari’, la risposta astrattista in salsa transalpina al primato russo-tedesco sancito da Kandinskij, per poi tornare, a guerra in corso, a lambire le rive della figurazione. Non mi sarei dilungato, su Delaunay, se non vedessi Neo-Orfismo, echi post-divisionisti, misticismo, musiche di colori e forme circolari anche nelle opere astratte della Legno, quelle che, preso il volo dalla terra, dalla sua Lecce, sorvolano l’orbita dell’immateriale, immerse in una visione perpetua che aspira a contemplare, forse, il mistero ultimo, l’idea platonica nel suo stato puramente metafisico. E il viaggio, al centro dell’universo dentro la nostra mente, immensamente più grande di quello reale, diventa senza fine”.

ORCHESTRA DA SALVARE SCENDE IN CAMPO “VALORI E RINNOVAMENTO”

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ORCHESTRA DA SALVARE  SCENDE IN CAMPO “VALORI E RINNOVAMENTO”Lecce, 20 giugno 2014.

ORCHESTRA DA SALVARE : SCENDE IN CAMPO “VALORI E RINNOVAMENTO”. IL MOVIMENTO DEL SOLE E DELLE ALI AZZURRE ADERISCE ALLA PETIZIONE E ALLA CAMPAGNA “SAVE THE ORCHESTRA” LANCIATA DA GABELLONE E DAI VERTICI DELLA FONDAZIONE. DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PANKIEWICZ.

“Valori e Rinnovamento”aderisce con piena e sentita convinzione alla petizione e alla campagna “Save the Orchestra” lanciata dal presidente della Provincia, Antonio Gabellone, e dai vertici della Fondazione Ico Tito Schipa di Lecce, che secondo noi, è impensabile che non debba continuare nella programmazione artistica anche negli anni avvenire. Si tratta di una realtà artistica e culturale, patrimonio dell’intero Salento. La chiusura dell’Orchestra di Lecce va quindi scongiurata ! Le istituzioni hanno il dovere di impedire che il Salento perda la sua orchestra !
Troppi politicanti che occupano anche posti ministeriali non riescono a capire che erogare fondi per l’arte e la cultura non significa assistenzialismo e sovvenzioni, bensì felici e opportuni investimenti. Perché in un Paese come l’Italia e, in particolare, in un territorio come il Salento occorre non tagliare, ma investire nella cultura e nell’arte.
Cogliamo l’occasione per insistere nella nostra proposta alle istituzioni di creare un Marchio Salento seguendo la felice esperienza francese Missione Valle della Loira. In Francia, infatti, si è creato un Marchio Val de Loire per il paesaggio e per i numerosi castelli presenti e il risultato finora è stato di 280.000 nuovi posti di lavoro, 8 milioni di visitatori e un miliardo di ricavo annuo. Occorrerebbe allora mettere un Marchio anche al nostro paesaggio e ai nostri beni culturali per tutelarli e valorizzarli alla perfezione sotto ogni punto di vista. In provincia di Lecce, infatti, contiamo la presenza di una cinquantina di Castelli e di una trentina tra Palazzi Baronali, Marchesali, e residenze fortificate e castellate, siti archeologici, grotte, tratti di costa di una bellezza stupefacente e città d’arte arricchite da chiese e cattedrali meravigliose, oltre a tradizioni religiose (feste patronali, la Focara a Novoli , la processione Madonna dell’Altomare a Otranto, eccetera), musicali come La Notte della Taranta che ammalia con le sonorità della Pizzica salentina, ed enogastronomiche. NON ULTIMA NOI CONSIDERIAMO ANCHE L’ORCHESTRA DELLA PROVINCIA DI LECCE E LA STAGIONE LIRICA, che potrebbe avere una continuazione, come ha ricordato il sindaco Perrone anche nel Teatro Apollo e, d’estate, aggiungiamo noi, in Piazza Duomo a Lecce.
La creazione di un simile Brand Salento faciliterebbe la tutela e la promozione delle nostre bellezze naturali ed artistiche del Salento in quanto tutti i soggetti pubblici e privati legati dal Protocollo d’Intesa concorrerebbero all’attuazione del programma concordato ed approvato.

IL PRESIDENTE
PROF. WOJTEK PANKIEWICZ

Fermare l’ennesimo scempio ambientale nel territorio salentino

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Fermare l’ennesimo scempio ambientale nel territorio salentino

Lecce, 14 giugno 2014.

Wojtek Pankiewicz, presidente di “Valori e Rinnovamento”: “Fermare l’ennesimo scempio ambientale nel territorio salentino. Ridicolo il sollecito dell’Unione Europea, molto preoccupante, invece, il Report della Lilt.

“Valori e Rinnovamento” è vicino al sindaco di Melendugno , Marco Potì, e al Comitato No Tap. sia nel chiedere alla Regione Puglia di esprimere , in modo chiaro e deciso il totale dissenso contro questo impattante e assurdo progetto, sia nell’intensificare le iniziative di lotta.
E’ sorprendente e ridicolo l’appello ad accelerare il processo decisionale sull’approdo del gasdotto Tap, di cui danno oggi notizia con grande rilievo i giornali, da parte di questa lugubre Unione Europea, molto diversa da come la volevano i grandi padri De Gasperi, Adenauer e Schuman, nel momento in cui fonti autorevoli sempre più numerose dimostrano che il gasdotto Tap sarebbe un’opera inutile e dannosa.
E’ molto inquietante e preoccupante, invece, il Report della Lega Tumori di Lecce su dati ISTAT, di cui proprio oggi danna notizia, anche in questo caso con grande rilievo i giornali, che evidenzia il primato del Salento nella mortalità per tumore al polmone con tassi di mortalità più elevati che nel resto d’Italia. Questo fenomeno, come giustamente argomenta il presidente della Lilt, prof. Giuseppe Serravezza, chiama in causa le pesanti modifiche ambientali degli ultimi anni.
Ora, sciaguratamente si vorrebbero operare sbancamenti marini, distruggendo l’habitat naturale e la pesca, per installare il mega tubo che poi dovrà correre fino a Mesagne richiedendo pesanti sbancamenti lungo uliveti e siti archeologici, senza considerare l’effetto indotto di questa impattante struttura (praticamente i tubi passerebbero sotto il sedere delle persone sdraiate sulla spiaggia, e se c’è un terremoto ? E se c’è un’esplosione ?) sulla percezione collettiva dei turisti inducendoli a recarsi in altri luoghi
Siamo il Movimento del Sole e della Ali Azzurre e diciamo basta devastazione del nostro stupendo paesaggio marino e rurale, basta degrado ambientale. Salviamo il salvabile non solo nel rispetto della vocazione turistica del nostro territorio, ma anche al fine di consentire alle future generazioni di godere delle bellezze paesaggistiche e di elevata qualità della vita, nonché degli aspetti culturali e identitari del meraviglioso territorio leccese.

IL PRESIDENTE
Prof. Wojtek Pankiewicz

Galatone abbraccia PAPA FRANCESCO

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Galatone abbraccia PAPA FRANCESCO

ROMA – 7 giugno 2014 – In occasione del 70° anniversario del CSI, tutte le associazioni sportive sono chiamate a partecipare ad un grande evento: l’ incontro con Papa Francesco in Piazza S. Pietro. Viaggio organizzato dall’ Inter Club di Galatone – Reportage a cura di Vanessa Chirivì

Tutte le foto qui: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.599200613521069.1073741860.557386517702479&type=3

Nasce il CIRCOLO GIOVANI DEMOCRATICI a Galatone (Le)

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Nasce il  CIRCOLO GIOVANI DEMOCRATICI a Galatone (Le)

A Galatone nasce una realtà nuova e giovane. Un nuovo modo di coinvolgere, di stare insieme, di fare squadra, accogliere, aggregare, instaurare nuove relazioni sociali. A Galatone sboccia il fiore dei Giovani Democratici.

I Giovani Democratici rappresentano, oggi, l’organizzazione politica giovanile più grande del paese, diffusa in tutto il territorio nazionale, che raccoglie tutti i giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni. I Giovani Democratici intendono contribuire, attraverso la loro azione politica volontaria a promuovere la partecipazione politica delle giovani generazioni, la circolazione delle idee e delle opinioni, rappresentando quella generazione di giovani che ha scelto di giocarsi la sfida di un’operosa e propositiva partecipazione politica all’interno della società.

A Galatone i Giovani Democratici avranno il compito di coinvolgere tutti quei giovani che hanno voglia di creare un’alternativa, di mettersi in gioco, di non restare immobili al mondo che li circonda, di partecipare alla vita politica del proprio paese. Le giovani generazioni, di nuovo messe al centro, non solo del dibattito, ma anche dell’agire politico-programmatico. Giovani sensibili alla salute, all’ambiente e al nostro territorio. Ragazzi attenti alla ‘questione sociale’ della nostra città: pronti a creare spazi appositi in cui lanciare forti messaggi di denuncia sociale, di solidarietà e di tutela dei diritti delle fasce più deboli. Cercare di aprire un dibattito sul valore e sull’importanza dell’informazione e della cultura come fattore di sviluppo della nostra comunità. La nostra cultura deve diventare un vero e proprio motore di sviluppo sociale, attraverso cui poter creare occasioni e luoghi di dialogo aperti a tutti, per un confronto continuo con la collettività, vissuto come un momento di crescita e maturazione, nella convinzione di non voler sprecare le ricchezze storiche, culturali e religiose che abbiamo ampiamente a disposizione.
Creare l’alternativa a questo modo di governare, vecchio e saccente. Un’alternativa a questa inerme attenzione verso le nuove generazioni del nostro paese, soprattutto verso i cosiddetti “neet” (Not in Education, Employment or Training): giovani che hanno finito di studiare e non hanno ancora un lavoro.
Noi crediamo in un impegno civile, in un nuovo modello di sviluppo economico e sociale, che abbia come obiettivo primario di contribuire al miglioramento di questa società e alla costruzione di quella futura.
I Giovani Democratici a Galatone nascono dall’esperienza di tanti giovani impegnati nel coordinamento cittadino del Partito Democratico, in modo da dare nuovo ed ulteriore impulso alle attività che si andranno ad organizzare.

I Giovani Democratici di Galatone