
GALATONE : QUALE FUTURO?!
Il Bilancio previsionale rappresenta il documento dal quale si può desumere quale possa e debba essere l’idea di sviluppo del territorio che un’amministrazione ha intenzione di perseguire.
Dal Bilancio di Previsione 2015 e dal Bilancio pluriennale 2015-2017 approvato il 19 agosto 2015 dalla maggioranza in Consiglio Comunale è evidente la pochezza dell’azione politica del centro destra, vista la sua incapacità di mettere in campo un piano organico che possa veramente invertire la rotta di un’economia locale sempre più in difficoltà.
A fronte di un calo previsto per gli oneri di urbanizzazione, che dovrebbero passare da 1.021.745 € nel 2014 a 355.000€ (- 65%), siamo ancora in attesa del PUG, che ancora una volta, nell’ ultimo Consiglio, il sindaco ha dato per imminente, accampando varie scuse per il ritardo cronico.
Altre erano le attese visto che, tra l’altro, il sindaco si è arrogato anche la funzione di assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici.
Come paese civile, almeno così ci definiamo, non avere uno strumento che regola l’utilizzo del territorio significa bloccare gli investimenti dei privati cittadini, con grave compromissione dei vari settori lavorativi.
Una tale scelta potrebbe essere condivisibile se fosse stato elaborato un piano di incentivi per il recupero dell’abitativo esistente (cosa auspicabile) e quindi non alimentare ulteriore cementificazione del territorio; ma non c’è traccia di tutto ciò.
Oltretutto, ci sono i fondi dei Contratti di quartiere, pari a 5.000.000 € e l’Amministrazione decide di impiegarne solo 500.000 €; il mettere in circolo invece l’intero importo potrebbe incidere maggiormente sullo stato comatoso dell’economia locale.
Purtroppo nemmeno nel Bilancio pluriennale 2015-2017 c’è traccia di investimenti alla voce “Edilizia residenziale pubblica locale e Piani di edilizia economico-popolare”; così come nessun investimento è previsto alla voce SERVIZI TURISTICI e MANIFESTAZIONI TURISTICHE, né a quella SERVIZI RELATIVI AL COMMERCIO, né a SERVIZI RELATIVI ALL’ARTIGIANATO, né a SERVIZI RELATIVI ALL’AGRICOLTURA.
Con questi presupposti è possibile immaginare una ripresa economica per il nostro Comune? Qual è la risposta alla “fame” di lavoro da parte dei cittadini?
L’Amministrazione forse, e sottolineo forse, è consapevole della scarsa incisività della sua programmazione e presume un aumento del disagio economico, tanto che i fondi per gli INTERVENTI IN CAMPO SOCIALE/ CONTRIBUTI ECONOMICI (sarebbe il sostegno economico ai cittadini in difficoltà) aumentano di circa il 25%,
passando da 88.985 € nel 2014 a 100.000 €.
Se teniamo conto che la spesa per questa voce nel 2012 è stata di 59.738 €, in tre anni è aumentata di circa il 70%.
Allora il Bilancio di previsione e quello pluriennale forniscono una indicazione chiara: la politica attuata dall’ Amministrazione Nisi è puramente assistenzialistica, e continuerà a non esserci futuro per i nostri giovani e l’unica alternativa rischia di essere l’emigrazione (come purtroppo confermano i dati sulla popolazione residente tra il 2011 e il 2013).
Questa è una scelta politica e l’Amministrazione deve assumersene la responsabilità.
Risulta comunque difficile definire l’attuale Amministrazione, soprattutto in considerazione dell’approccio evidenziato dalla stessa nei confronti delle problematiche che interessano il territorio.
Le conseguenze negative per la collettività non riguardano solo l’immediato, ma in prospettiva rischiano di penalizzare ulteriormente il paese destinandolo ad una condizione di arretratezza dalla quale potrebbe essere difficile riprendersi.
Ne è un esempio il consumo di energia elettrica per la pubblica illuminazione. Nel 2012 sono stati spesi 305.000 € ed è previsto un aumento per 363.000 € (corrispondente a +20%); a prescindere se tale aumento di spesa si verificherà o no, l’idea di un piano di investimenti per ridurre tale spesa non viene minimamente presa in considerazione.
Lo stesso dicasi per i rifiuti. Tralasciando l’aspetto ecotassa, resta il fatto che, pur riconoscendo la positiva introduzione della raccolta differenziata, non si è in grado di trasformare i rifiuti da spesa per la collettività a risorsa per la stessa, così come avviene in altri comuni.
L’unica premialità riconosciuta è per i possessori della compostiera, ma è poca cosa.
Dobbiamo quindi interrogarci su quali siano le reali possibilità di ripresa economica del nostro Comune e se l’azione politica dell’Amministrazione Nisi, a tre anni dal suo insediamento, è stata e potrà essere in grado di imprimere una svolta positiva.
Resta il fatto che sulle grandi questioni (PUG, La Reggia, Santa Rita, Palazzo Marchesale, rifiuti) siamo oltre il giro di boa e quanto è stato realizzato è sotto gli occhi di tutti.
Su un aspetto in particolare, però, questa Amministrazione ha fallito : quello di far acquisire ad una popolazione da troppo tempo abituata al conseguimento di un vantaggio personale, la consapevolezza della difesa del Bene Comune come principio fondante di una comunità.
Era e rimane questa la sfida più importante, insieme a quella della legalità, su cui l’Amministrazione avrebbe dovuto basare la sua azione politica.
Eppure le occasioni non sono mancate (centrale a biogas, discarica di amianto, eco balle, fosso abusivo, sono per citarne alcune), ma l’Amministrazione non ha saputo annodare in quei momenti il filo di una forte collaborazione con i cittadini; la volontà decisa e chiara di essere entrambi dalla stessa parte, cittadini e Amministrazione, per il raggiungimento di un obiettivo comune e superiore all’interesse del singolo, è mancata, soprattutto da parte dell’Amministrazione.
Se si pensa a quel lungo elenco di richieste presentato dal Comitato per la salvaguardia del territorio e della salute pubblica, quante sono rimaste inascoltate (tutte) ! E laddove l’Amministrazione ha prodotto qualche atto, lo ha fatto perché proprio non poteva farne a meno (vedi esposto alla Procura per ampliamento discarica di amianto).
Un esempio su tutti: è stato chiesto l’interessamento dell’Amministrazione per l’inquinamento elettromagnetico e regolamentare l’installazione di antenne per la telefonia nel territorio; la Maggioranza ha risposto che esiste già un regolamento in tal senso. E’ vero ; peccato però che tra tutti i regolamenti di cui è dotato il nostro Comune quello sull’inquinamento elettromagnetico sia il più datato (risale al 2001) e non tenga conto del Regolamento Regionale del 2006 intervenuto nel frattempo.
Incapacità? Incompetenza? Di certo varie sono le cause che hanno frenato l’azione politica della Maggioranza. Fermo restando il rispetto nei confronti delle persone che ricoprono i diversi ruoli all’interno del Consiglio, anche perché rappresentanti della volontà popolare, si tratta tuttavia di una compagine che si è dimostrata inadeguata ad affrontare le sfide imposte dal tempo in cui viviamo.
Come interpretare d’altra parte le mancate nomine per gli assessorati rimasti scoperti? È da giugno che la Giunta è priva dell’assessore alla cultura e all’istruzione!
Delle due l’una: o tali figure sono ritenute funzionali all’attività dell’Amministrazione e quindi fondamentali per i due ambiti (cultura-istruzione e ambiente) che interessano non poco la vita della collettività e allora non si stanno facendo gli interessi della cittadinanza; oppure si tratta di figure marginali, equivalenti a semplici esecutori di ordini dall’alto; ma anche in questo non si tiene conto dell’ interesse della comunità in quanto vi è stato spreco di denaro pubblico.
Anche quando gli altri schieramenti politici, in particolare il centro sinistra, andando oltre la semplice critica all’operato della Maggioranza, hanno proposto interventi che potessero venire incontro alle esigenze del territorio e dei cittadini, l’Amministrazione non è stata in grado di cogliere, se non in alcuni casi e a volte solo in parte, tali opportunità .
L’istituzione della Commissione di Garanzia infatti scaturisce dalla proposta del centro sinistra.
È stata suggerita all’Amministrazione l’introduzione del cosiddetto “baratto amministrativo”: ai cittadini in difficoltà con il pagamento delle tasse è consentito l’esonero in cambio di attività utili alla collettività.
Nessuna risposta.
Nel 2012 il centro sinistra aveva avanzato la proposta per la promozione e costituzione di una cooperativa di comunità per beni e servizi nei settori energetici, che avrebbe significato, tra l’altro, opportunità di lavoro per le imprese del settore.
Nessuna risposta.
Si può continuare a “imboccare” l’Amministrazione ?
Queste rappresentano solo alcune delle proposte presentate dall’opposizione di centro sinistra, oltre ad altre richiamate dal consigliere Casilli nel suo intervento in Consiglio.
La domanda sorge spontanea, direbbe un noto personaggio televisivo: perché, quanto sopra esposto, in altri comuni è già realtà e a Galatone l’Amministrazione non è in grado di realizzarlo?
Dopo due anni, e su sollecitazione delle forze politiche di opposizione, finalmente vede la luce il bando delle case dell’acqua.
Anche in questo caso però, l’Amministrazione non è stata in grado di dare un respiro più ampio all’iniziativa; per incentivare ulteriormente la raccolta differenziata si sarebbe potuta prevedere l’ introduzione di compattatori per la plastica e, con il coinvolgimento dei gestori delle varie attività commerciali presenti nel territorio, assegnare ai cittadini virtuosi un buono spendibile negli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa.
La rivalutazione del territorio passa anche attraverso il recupero degli Beni storici presenti nel territorio, è va riconosciuto l’impegno dell’Amministrazione nella ricerca di finanziamenti in tal senso, ma poi c’è tutta l’economia locale che va sostenuta.
Si tratta di piccole e medie imprese, cooperative, artigiani che realizzano prodotti e forniscono servizi che dovrebbero essere valorizzati, magari attraverso un marchio di qualità tale da consentire alla nostro comunità di differenziarsi dai comuni limitrofi e ci caratterizzerebbe anche dal punto di vista turistico.
Galatone non solo il paese dei prodotti e dei servizi di qualità (pensiamo alla ricezione turistica, ai prodotti dell’agricoltura), ma anche il paese con certificazione che quanto realizzato avviene nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Soprattutto in considerazione di quanto sta accadendo intorno a noi in questo periodo, la volontà di compiere una scelta forte : non solo come Governo cittadino, ma come comunità ci proponiamo uno sviluppo economico che non può essere dissociato dalla difesa dei diritti dei lavoratori.
Investiamo nella cultura, ma cultura vera, quella rappresentata dal patrimonio culturale immateriale e materiale, che insieme costituiscono la nostra Identità culturale, con la realizzazione di un centro nel quale esporre tutto ciò che è espressione della nostra cultura.
Le macchine di Leonardo vanno bene per attirare il turista e celebrare il genio leonardesco, ma nulla hanno a che fare con la nostra identità come popolo galatonese. Il recupero di tradizioni popolari locali, che è stato avviato, va in questa direzione, ma il non aver previsto un luogo in cui contenere le tracce della storia della nostra comunità, degli strumenti dei mestieri, la nostra lingua stessa e quant’altro, come segni di un passato che ci appartiene e ci accomuna, da tramandare alle nuove generazione e che nello stesso tempo possa fornire al turista curioso informazioni più pertinenti sulla nostra identità , è sicuramente un limite dell’azione politica dell’attuale Amministrazione.
Sull’aspetto ambientale saremmo portati a dire “stendiamo un velo pietoso”, ma , come sintesi di tutto ciò che è accaduto negli ultimi tre anni, è da sottolineare, per la sua gravità, la scarsa volontà, se non la completa assenza, da parte dell’Amministrazione di monitorare in maniera sistematica tutte quelle situazioni critiche che i cittadini, tramite comitati e partiti, hanno spesso evidenziato.
Un’ultima considerazione: il carattere marginale che i cittadini hanno scelto di assumere e a cui la politica attuale sembra voglia ulteriormente confinarli.
In quale famiglia al momento di decidere come investire il proprio denaro i suoi componenti si disinteressano completamente?
È quanto accaduto nell’ultimo Consiglio Comunale; cittadini presenti: 1 (ma si spera nella visione della registrazione). Ma forse è proprio questo quello che vuole la politica nisiana.
Si può fare di più? Certamente! Iniziamo con il chiedere con più forza l’introduzione del Bilancio Partecipato, spiegando già nelle scuole il significato di un simile atto (altrimenti non ha senso promuovere il Consiglio Comunale dei ragazzi !).
E soprattutto si smetta di credere che il compito del cittadino si esaurisca con lo scegliere i propri rappresentanti e che il politico è colui che risolve i problemi personali.
Queste sono le idee che la vecchia politica intende far sopravvivere. Ma qui si torna al fallimento dell’attuale Amministrazione.
La domanda iniziale (quale futuro per Galatone) non è rivolta alla maggioranza o alle opposizioni, ma soprattutto a ognuno di noi, a noi cittadini. È tempo di chiederci quale futuro immaginiamo per il nostro paese e come intendiamo realizzarlo; quale dovrà essere il nostro ruolo: se vogliamo essere spettatori del declino della nostra comunità oppure protagonisti di un progetto, dalla sua ideazione fino alla realizzazione, per la sua rinascita.
Galatone ha le risorse naturali e un patrimonio storico tali da consentirle di guardare al futuro con ottimismo.
Ma ha, soprattutto, un capitale umano straordinario, rappresentato in primo luogo da tanti giovani, magari sfiduciati, ma validissimi, con competenze elevate, che devono essere interconnesse perchè possano interagire all’interno di una rete interistituzionale. Si tratta di un capitale che la politica non è riuscita a mettere a frutto e anzi ha depauperato (pensiamo a quanti giovani, e meno giovani, hanno abbandonato il nostro paese).
Immaginare oggi un futuro senza i nostri giovani è impossibile!
Questa è la sfida che dobbiamo lanciare prima di tutto a noi stessi , con la consapevolezza che è in gioco il Bene della nostra Galatone.
Sebastiano Zenobini
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